1 CALINDRI SERAFINO (ilpareredellarchitetto.blogspot.com)

La prestigiosa casa editrice Treccani fornisce in rete un consistente Dizionario Biografico degli Italiani, ma siamo sicuri che ciò che pubblica corrisponda storicamente alla effettiva biografia dei soggetti?
Curioso che gli estensori delle schede diano giudizi positivi o negativi sui soggetti, perchè?
Come mai pur avendo nel sito un form specifico per dare contributi, in realtà ignora opportuni suggerimenti correttivi?
Perchè una così prestigiosa istituzione ignora gli apporti suggeriti per limitare le lacunose informazioni della sua opera?
Possibile che all'editore non interessi aggiungere corrette informazioni ben documentate alle proprie schede? 
Prendiamo a riferimento un soggetto Calindri Serafino e confrontiamo in 4 puntate la biografia pubblicata con le informazioni mancanti dimostrando le profonde lacune e tentando di colmarle, con l'auspicio che non vengano copiate.

1 Calindri Serafino



Notizie storiche assenti dalla biografia.
Calindri Serafino studente a Roma frequentò il corso di geometria tenuto da Giuseppe Ruggero Boscovich al Collegio Romano, il corso di Ingegneria civile alla scuola di Luigi Vanvitelli, praticò come giovane aiutante per tre anni circa Gian Battista Nolli ingegnere e architetto italiano più noto come incisore e cartografo e Gian Battista Piranesi architetto e incisore. Con la pratica da giovane aiutante di Nolli e Piranesi affinò l'arte del rilievo geometrico studiato al Collegio Romano e appena venticinquenne era pratico nell'usare la tavoletta pretoriana.

Il primo fu Calindri Serafino
Il primo a studiare le correnti Adriatiche con metodo scientifico e l'aiuto di scandagli per la misurazione della profondità costiera fu il perugino Calindri Serafino, giovane poco meno che trentenne. La cultura del pensiero e della ragione nata con la scienza nel 1600 trovò ampia diffusione nel 1700, la pratica della Filosofia Naturale (l'osservazione della natura) portò allo sviluppo della cultura scientifica. Cultura scientifica che si diffuse in pratica nel risolvere problemi reali con l'aiuto della matematica. Si è attribuito al personaggio Calindri un ruolo riduttivo, minore e associato alla figura di «agrimensore», di «appassatore», «geometra», si è ignorato il titolo e la competenza nell’idrostatica, i rilevamenti e misurazioni con scandagli delle correnti marine. È rimasta nell’oblio la sua opera di precursore delle attuali tematiche di attenzione al territorio, per la salvaguardia e valorizzazione delle risorse. Trascurata la sua competenza per la costruzione dei moli, tecnica acquisita frequentando il corso di architettura civile alla scuola romana di Luigi Vanvitelli. 

L'arrivo a Rimini di Calindri
L’incarico a Serafino Calindri di rilevare il contado riminese per l'impianto del primo catasto particellare gli fu assegnato nell’anno 1762, dopo aver vinto un concorso. Calindri vinse un concorso per misurazioni e rappresentazioni planimetriche catastali trovandosi a misurare porzioni di territorio nei dintorni della città di Rimini perchè allievo di Ruggero Boscovich al Collegio Romano, nel corso di geometria acquisì l'uso della Tavoletta Pretoriana, lo strumento inventato dal matematico Boemo Johannes Praetorius (1537-1616). «Nel 1755 la Congregazione del Buon Governo approvò la formazione di un nuovo catasto per il territorio riminese, la cui organizzazione fu affidata alla Congregazione dell'Appasso, istituita dal Consiglio comunale di Rimini nel 1758. La Congregazione dell'Appasso tramite concorso affidò l'incarico al geometra Serafino Calindri, il quale iniziò i lavori del nuovo catasto il 1° ottobre 1762». (Ministero dei Beni Culturali. In: http://www.archivi-sias.it/Archivio di Stato di Forlì. Catasto Calindri). Il Catasto Calindri entrò in vigore nel 1774. 
 
Clemente XIII e Luigi Torrigiani
Alla fine del 1763 Clemente XIII e il segretario di stato Luigi Torrigiani affidarono i lavori di riattamento del porto riminese all'Ingegnere Calindri. L'amministrazione comunale aveva speso 70.000 scudi in undici anni senza alcun risultato o miglioramento per il porto. Giudicate opere dispendiose fu il Papa stesso a sostituire la Congregazione del Porto e dispose di affidare i lavori all'Ingegnere perugino. Calindri «Dal mese di novembre del 1763 al mese di aprile 1768 cioè per più di quattro anni, ha fatto una serie di utilissime osservazioni. Ha egli osservato l'altezza delle grandi, e mezzane burrasche di mare accadute in questo fratempo, e con esatti scandagli tanto nel canale che in mare a notabili distanze ha rilevate le variazioni seguite nei rispettivi fondi, per scoprire la natura, e riconoscere le leggi, che ella osserva nello sbocco dei fiumi in mare; ha osservato il movimento delle ghiaie ed arene, la formazione e progresso dei banchi, e fatte infine altre osservazioni importantissime ed utilissime, le quali ridotte in tante mappe presentano una oculare dimostrazione degli effetti della natura al nostro sbocco: e queste osservazioni ha reiterate in diversi tempi per piu giorni a fiume Potenza fino ai lidi di Ravenna, cioè per l'estensione di 100 e più miglia romane di spiaggia». Del Porto di Rimino, Lettera di un Riminese ad un amico a Roma, Roma 1768. Per Calindri bisognava capire la natura del problema che ruotava intorno alle correnti, problemi che concentrò alla foce del porto ma grandi difficoltà ed ostacoli furono frapposti tra il suo studio e il suo operato, contrari il medico Giovanni Bianchi per motivi di affermazione personale unito ad una parte della cittadinanza. Storiche le motivazioni, storici i contrasti. 
 
I replicati esperimenti della scuola galileiana
Nel 1700 la Filosofia Naturale negli insegnamenti della matematica, della geometria e nella nuova scienza era permeata del pensiero galieiano. «Alle dette osservazioni si sono anche aggiunte da esso altre scoperte intorno la corrente dominante in questa nostra spiaggia per mezzo di replicati esperimenti fatti [la reiterata esperienza di galileiana memoria] con dei galleggianti immersi a diverse profondità; una esatta scandagliatura delle due spiagge laterali al porto col prendere ad ogni dieci canne riminesi di spiaggia e ad altre maggiori distanze in una linea perpendicolare alla stessa 275 scandagli corrispondenti al numero delle canne riminesi che compongono il miglio romano [1480 m : 275 = 5,38 m canna riminese] e col notare ad ogni scandaglio l'ora e i minuti, per aver la relazione alle diverse altezze del flusso che si osservavano contemporaneamente alla bocca del porto, le quali scandagliature sono importantissime per il tratto avvenire, nell'ipotesi di dover aprire un nuovo porto di mare. Ma se di tali stimabili ricerche non si fa in Rimino verun conto, ne farà giustizia il mondo spregiudicato ». Il merito a Calindri gli fu riconosciuto nella Memoria del porto dal Padre Ruggiero Giuseppe Boscovich, pag. 2 «così ho giudicato mio particolar dovere di ricercare le suddette osservazioni, e prendere da esso tutti quei lumi, che la lunga, ed attenta serie delle medesime tante, tanto penose, e precise osservazioni gli ha copiosamente suggeritiQuesti scandagli sono espressi in una carta delineata colla sua solita diligenza dal Sig. Calindri insieme colli scandagli presi in faccia alla bocca e dentro il canale a due lati, e in mezzo… ma nel passato non si è usata alcuna di somiglianti diligenze». Il rapporto trà Boscovich e Calindri iniziò come rapporto tra allievo e maestro, proseguì con stima reciproca e solidale considerazione, ogni altra affermazione è errata se non si è letto il carteggio intercorso tra i due. (continua)

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