Chi studia e chi fa polemica su Austriaci a Rimini (ilpareredellarchitetto.blogspot.com)
Nel web c'è un tale , che evidentemente non ha letto queste notizie storiche , ma esprime una sua personale ed errata opinione negando la presenza degli Austriaci a Rimini. Nega la presenza degli Austriaci a Rimini e di conseguenza in Romagna. Ignora le conseguenze della dominazione militare Austriaca dell'alto Adriatico prima e durante . Alcune importanti pubblicazioni, fanno pensare che sbaglia.
1°- Il passo (estratto in alto) del Dizionario di erudizione storico ecclesiastica... di Gaetano Moroni, “gli Austriaci occuparono Rimini”
2°- A proposito di movimento di truppe e di Austriaci a Rimini scriveva Gioacchino Vicini in La rivoluzione dell'anno 1831 nello Stato romano. Galeati 1889:
Pag. 244 "Spedì a Faenza il colonnello Ragani con mezza brigata; e a Rimini, ove si sarebbe egli stesso recato con il generale Grabinski".
Pag. 266 "Fatto d'armi glorioso in Rimini avvenuto il 25 marzo 1831. - Massimo d'Azzeglio loda il combattimento degl'Italiani contro gli Austriaci in Rimini. - Il Vesi ne fa un lieto augurio"
3°- Infine il Prof. Emilio De Tipaldi nella Biografia degli Italiani... (estratto a fianco), alla voce Goldoni Carlo, pag. 265, al settembre 1841, riporta testualmente, "gli Austriaci abbandonarono Rimini"
Morale: La storia è una disciplina tra le meno esatte, si affida a interpretazioni e nuove scoperte. Diffidate dei saccenti e della loro arroganza da "anziani" di pregiudizio. La iattanza di un certo tipo di individui pretende meriti che nessuno gli ha mai dato. Diffidate dagli improvvisati che interpretano a "prò domo" la storia. Scansiamo i contrari per principio e non per conoscenza, sono saccenti, pieni di iattanza e vanagloria, mala tempora currunt, per la conoscenza. A questi pensò La Rochefoucauld quando con saggezza scrisse la massima:
Morale: La storia è una disciplina tra le meno esatte, si affida a interpretazioni e nuove scoperte. Diffidate dei saccenti e della loro arroganza da "anziani" di pregiudizio. La iattanza di un certo tipo di individui pretende meriti che nessuno gli ha mai dato. Diffidate dagli improvvisati che interpretano a "prò domo" la storia. Scansiamo i contrari per principio e non per conoscenza, sono saccenti, pieni di iattanza e vanagloria, mala tempora currunt, per la conoscenza. A questi pensò La Rochefoucauld quando con saggezza scrisse la massima:
«Lo stesso orgoglio che ci fa biasimare i difetti da cui ci crediamo esenti, ci porta a disprezzare le buone qualità che non abbiamo».
I testi sono così espliciti che non resta che diffidare di chi si esprime, per partito preso, in modo estemporaneo.
Perversioni da trasformisti: 03/02/2011
Mesta reazione in rete all'art. "Austriaci a Rimini" pubblicato sul settimanale diocesano Il Ponte di Rimini a fine gennaio. Un certo C.A. (mai conosciuto) appare "miracolosamente" sul blog di M.A., non c'è la stessa presupponenza di chi mi accusava di riscrivere la storia degli Austriaci a Rimini, ovviamente cercando di mettermi in cattiva luce.
C.A. ci fa la magrissima figura del presupponente senza conoscenza. Sono tantissimi i documenti storici a supporto della presenza militare dell'esercito Austriaco e del loro intervento in Romagna e a Rimini da subissare qualsiasi C.A.
Male fa M.A. ad ospitare ed assecondare un suo sodale (?) C.A. nel polemizzare. M.A. è conosciuto e non ci fa una bella figura. M.A. sa benissimo della presenza degli Austriaci a Rimini (lo ha scritto), eppure si presta barbinamente e bassamente ad assecondare la caduta di stile di entrambi (non è escluso che i due siano la stessa persona con uno pseudonimo in più), vista la deriva comune che li coglie. Fatti suoi. Fatti loro.
Entrambi presupponenti, inveleniti e sodali nell'insulto gratuito. Esprimono una mentalità molto, molto lontana dal' intelligere auspicato da Spinoza quattrocento anni fa, figuriamoci com'è arretrato e vecchio il loro modo di pensare:
"
Che traduco liberamente con l'esortazione: Curare diligentemente l'agire umano senza deridere, senza lamentarsi ne detestare, bensì "intelligere".
Ma ora basta, che si benedicano tra loro con le loro arroganze e presupponenze, non ce ne può fregar di meno.
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