Giovanni Antonio Battarra (ilpareredellarchitetto.blogspot.com)

STORIA & STORIE
Settimanale “Il Ponte” di Rimini 14 Novembre 2010

Battarra e il moto dei fluidi
Due lettere inedite su studi d'idrostatica
Rimini sbarca a Cesenatico. Due tra le più importanti marinerie della Riviera si sono incontrate grazie alla storia. Il convegno annuale della Società di Studi Romagnoli, presieduta dal prof. Luigi Lotti, che si è tenuta lo scorso 31 ottobre nel Museo della Marineria di Cesenatico si è arricchito della cornice caratteristica della cultura marinara in Romagna. Nell’ambito della manifestazione, infatti, ho presentato due lettere inedite di Giovanni Antonio Battarra il cui contenuto è centrato sugli esperimenti di fisica sui fluidi per tubi rettilinei e curvi.
La storia in “lettere”
Le due lettere sono in forma di trattato scientifico e mostrano in profondità lo spirito dello studioso Battarra con calcoli e corollario degli studi. Nei due brevi trattati in forma di lettere, sei pagine, Battarra illustra gli studi sul moto piano dei fluidi per linee rette e curve. Emerge un apporto all’evoluzione del dibattito scientifico nei documenti inediti e il livello di conoscenza al pari della cultura scientifica del proprio secolo. Emergono alcuni aspetti nel pensiero erudito del ’700 in Romagna sotto l’influsso del pensiero galileiano della sperimentazione degli studi e delle teorie fisiche e matematiche. Si svelano e si aggiungono frammenti alla storia del porto di Rimini vissuta dai protagonisti di un’epoca di profondi cambiamenti storici, filosofici e scientifici. Emergono la: “quarta di cerchio” di Battarra e l’equivoco di Giovanni Bianchi (Iano Planco) con la “cicloide” di Galileo Galilei, entrambi scrivono a matematici al di fuori dello Stato della Chiesa.
La velocità dell’acqua
Battarra afferma, in base ai suoi esperimenti, che l’acqua scorre più velocemente per linee curve “equabili” che non rette, ma non essendone totalmente persuaso chiede conforto della sua teoria a Candido Pistojo: “Vengo ora alla terza sua riflessione… Qui con infinito mio dispiacere confermo la mia poca penetrazione…”. Che l’Abate Candido Pistojo (1736 - 1781) fosse professore di matematiche appassionato di fisica e geologia nell’Università di Siena, lo scrive Vittorio Alfieri a pag. 115 delle Lettere inedite, Le Monnier, Firenze. Aggiungendo che parlò di lui (Pistojo) con lode il La Lande nel suo viaggio in Italia nel 1763. Pistojo e Battarra, associati alla stessa accademia dei Fisiocritici. Battarra si confronta e sottopone le proprie conclusioni a Pistojo. Battarra esegue studi di idrostatica indotti dalla scarsa velocità dell’acqua del Marecchia alla foce e dagli annosi problemi
intorno alle pessime condizioni del porto. Pistojo dimostra come l’acqua scorresse più velocemente per linea retta che curva o “equabile” conducendo esperimenti con tubi, uguale al Battarra.
Il consulto matematico
Bianchi (Planco) si rivolge al professore di matematica Tommaso Perelli prima di chiedere ricorre all’adulazione e poi alla fine irride con sarcasmo. Lettera del 12 novembre 1763 «...Vi aggiungo anche un libretto d’un nostro prete [Battarra] che contiene due discorsi sopra la fabbrica del nostro porto, i quali qui, nella loro uscita, eccitarono molto rumore. Vorrei che mi diceste, giacchè voi più d’ogni altro siete capace di dirlo, e specialmente vorrei che mi diceste se pensate che la cicloide e i quadranti dei cerchi orizzontali possano avere le medesime proprietà che hanno quando sono verticali, cioè di far andare i corpi che scorrono per dette curve con la massima velocità, anche quando sono orizzontali, avendo io delle difficoltà su ciò, siccome credo che siano difficilissime da eseguirsi in grande queste linee meccaniche, ed inoltre, eseguite che sieno, non si possano prolungare, come abbisogna da noi fare a cagione del continuo recesso del nostro mare. Rispondetemi dunque sopra questo, se pure non volete che dica che siete un uomo impolito [inopportuno, malaccorto?] e che facciate verificare in voi quel detto francese contro dè geometri riferito nella enciclopedia alla voce Geometre: sourd comme un geometre e ignorant come un poëte, ou comme un predicator...». Quando Planco scrive: “avendo io delle difficoltà su ciò” ammette di non avere una formazione scientifica, infatti non fa distinzione tra “cicloide” e “quadrante dei cerchi orizzontali”. Inoltre nello scrivere:“del continuo recesso del nostro mare” Planco è convinto, dopo i lunghi anni passati a osservare le correnti Adriatiche, che il mare indietreggi quando a crescere erano le sabbie della spiaggia. Un errore di impostazione e di approccio al problema non da poco.
In antichità gli arabi prima, nei canali irrigui, e i romani dopo, nella costruzione degli acquedotti, avevano risolto il dilemma. Ma fu Leonardo da Vinci nel trattato sulle acque che aveva sancito la legge fisica.
Domanda: Forse qualcuno di questi letterati non aveva letto Leonardo?
Loreto Giovannone
G. Antonio Battarra: due discorsi... Istituto e Museo di Storia della Scienza (Firenze)

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