Luigi Vanvitelli a Rimini (1°) ilpareredellarchitetto.blogspot.com

Luigi Vanvitelli a Rimini
(trascrizione degli Atti della Congregazione del Porto)
Negli Atti della Congregazione del Porto è riportata la vicenda riminese di Luigi Vanvitelli. Alcuni tratti sono qui trascritti fedelmente dai documenti ufficiali, nel pubblicare parte delle trascrizioni invito il lettore a fare un viaggio nella storia inoltrandosi nella lettura, consapevole che la ricerca sulle fonti storiche è una tradizione culturale con radici nel pensiero filosofico e illuminista di Pietro Verri (1728-1797). Non sarà un caso che i suoi studi furono avviati nel Collegio gesuita milanese. Nel secolo XVIII i progetti per il porto riminese si susseguono, come d’altronde i continui lavori di “riattamento” per il cattivo stato indotto dalle correnti marine e dalle correnti fluviali che allagavano con frequenza il Borgo S. Giuliano.
6 giugno 1733.
Eletti alla Fabbrica del Porto: Domenico Faetani, Alessandro Guidoni, Francesco Diotallevi, Carlo Bagli, Giuseppe Caffarelli supplicano l’autorità del Pontefice di “continuare a servirsi dei sopravanzi dei dazi e di prendere tre milla scudi, a censo per provedere alle rovine di questo Porto”. Tremila scudi per la già avanzata “istanza a che in oggi essendo venuto qui mandato da Roma per l’erezione del Fortino su questo Porto Sig.re Valentino Cipriani Architetto della Reverenda Camera, con tale occasione molti dei sig.ri Eletti alla detta Fabbrica del Porto hanno pregato il detto Sig.re Architetto a volere visitare, come fatto, tutto questo porto e tutte le rovine de muri, e Svagliature del medesimo Porto”. La pianta del Cipriani serviva per meglio rappresentare a Roma lo stato del porto in modo che la Sacra Congregazione delle Acque finanziasse la “gan spesa che vi vuole per ripararlo”. Il porto era così in rovina che si voleva informare direttamente l’autorità centrale dello Stato: “La detta pianta si potrà mandare in detta Sagra Congregazione a maggior vantaggio del pubblico per avere la permissione suddetta” con l’intento “di darne in Roma colla viva voce esatta informazione all’Ill.me Imperiali dello stato di detto Porto”. I congregati unanimi decisero “di dare al detto Sig. Cipriani dieci doble per detta ricognizione”. Tremila scudi non bastavano per il progetto del Cipriani, le pessime condizioni del porto peggioravano.
9 ginaro 1734.
Eletti alla Fabbrica del Porto: Domenico Faetani, Francesco Almieri, Francesco Diotallevi, Alessandro Guidoni, Vincenzo Giacomini, Giuseppe Caffarelli. Nella Congregazione viene letta la lettera del Legato “colla quale esprime l’ordine della Sagra Congregazione di doversi
far la Perizia colla somma precisa, e Distinta della Spesa”. Per fare il preventivo viene nominato: “Antonio Berzanti soprintendente alle Fabbriche pubbliche”. Revisori Almieri, Guidoni, Diotallevi. Fu incaricato Agostino Costa “di esiggere la materia, o il di lei prezzo” da Gervasoni Angelini, “cioè un carro, e mezzo di Calcina, e quella quantità di Mattoni, e sassi del Monte di ragione di detta Fabbrica, e che si servì per la Fabbrica della Porta Portuense” detta appunto Gervasona.
5 luglio 1734.
Eletti alla Fabbrica del Porto: Francesco Diotallevi, Carlo Bagli, Giuseppe Caffarelli, Gio: Batta Gervasoni Angelini,Enrico Rigazzi,Giuseppe Martinelli. Per ripiego fu deciso: “d’assicurare l’imboccatura del Porto da Parte di Tramontana, […] continuare le Palate, e di riattare dalla parte di Levante la punta della Palata”. Venne incaricato di provedere ai materiali necessari Martinelli e a sopraintendere alla compra dei materiali occorrenti Gervasoni, e Rigazzi.
2 agosto 1734.
Eletti alla Fabbrica del Porto: Francesco Diotallevi, Gio: Batta Gervasoni Angelini, Alessandro Guidoni, Enrico Rigazzi, Giuseppe Martinelli. Nella Congregazione fu “rappresentato, che vien scritto da Roma di essere il Sig.re Vanvitelli Architetto disposto di venire in questa Città di tempo in tempo per la direzione della Fabrica del Fortino su questo Porto ma che prima conviene che per parte di questa Congregazione si aggiusti il molo, per poscia unire a quella la Fabrica del Fortino”. Si decise di invitare Vanvitelli a Rimini incaricando Rigazzi di “scrivere al medesimo Sig.re Vanvitelli Architetto con pregarlo si porti in questa Città assieme con Sig. Batta Banderati […] secondo il concerto fatto in Roma” con la promessa di risarcire le spese di viaggio e di permanenza a Rimini.
7 ginaro 1735.
Eletti alla Fabbrica del Porto: Francesco Diotallevi, Carlo Bagli, Giuseppe Caffarelli, Gio: Batta Gervasoni Angelici, Alessandro Guidoni, Enrico Rigazzi, Giuseppe Martinelli. Nella Congregazione “fu rappresentato, che il Sig.Vanvitelli Architetto ne prossimi passati giorni venne alla visita di questo Porto, e che dichiarò in voce la di lui Perizia”.Vanvitelli decretò “che prima d’erigersi il Fortino in capo al molo di detto Porto era necessario di Fare lo stesso molo col muro, che divisino dentrorettavia di lunghezza in tutto cinquantasette canne e mezza, e che non possan far
porre mano all’opera di detto Fortino va infatti precedentemente fatto il detto molo”. La spesa fu quantificata in “scudi tre mila per li soli Pali”, per allargare il molo e per il muro “si ricerca una spesa di scudi ottomila in circa”, per quanto riguarda l’altra spesa “necessarissima di aggiustare le svagliature del canale dello stesso Porto” essendo da riferire al Magistrato e al Consiglio Generale furono incaricati Rigazzi e Guidoni. (continua) (lo.gi)

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