Gian Antonio Stella - Torino Salone del libro 2014: Benpensanti all'italiana?


Racconto dell'avventura al Salone Internazionale del libro di Torino.
Antefatto: Ero al Lingotto torinese che giravo tra gli stands della fiera del libro con due manifesti, uno avanti e uno dietro, facevo pubblicità al libro DEPORTATI. Nel passeggiare libero nel corridoio centrale capitavo davanti ad una notissima casa editrice italiana dove si intratteneva in conversazione Gian Antonio Stella, nel venire via Stella mi incrocia e mi domanda "Che DEPORTATI?" deportati del Risorgimento, rispondo. Mi guarda aggrottando lo sguardo e poi mi dice: "ora non ho tempo mi attendono in sala gialla per una conferenza"

Il fatto: Beh!! era facile pensare che lui fosse interessato all'argomento del libro, io ero interessato all'argomento della conferenza, decido di andare ad assistere.
Nella sala gialla conversavano amabilmente tra di loro con educati rimandi Gian Antonio Stella, Luciano Canfora, Gustavo Zagrebelsky, Ezio Mauro, tema "La maschera democratica dell’oligarchia". Forbite ed illuminate considerazioni con linguaggi raffinati, inutile dire che Luciano Canfora era per capacità oratorie, per argomentazioni, per dialettica e lessico anni luce al di sopra degli altri tre.
Parlavano, parlavano male e maldicevano del potere, di quel potere da cui loro come giornalisti, professori, giuristi e scrittori erano stati a vario titolo ben pagati, profumatamente pagati. Un lusso quasi borghese. Parlavano con linguaggio erudito come se fossero stati marziani scesi sulla terra dimenticando, i 4, che per varie vicende, dei decenni passati, erano loro il frutto dell'autoreferenzialità intellettuale (senza offesa per gli intellettuali veri) favorita della politica dei vari governi/opposizioni da 50 anni addietro e più. 
Capita ai benpensanti di dimenticare le loro responsabilità ma di essere acuti e sopraffini nel notare le responsabilità d'altri. Tutti finanziati e pagati, sotto diverse forme, dai governanti dello Stato e con forbita, superiore, intelligenza parlavano male di un ceto politico di bassa qualità da cui avevano ricevuto lauti, lautissimi finanziamenti per spargere nei libri o carta stampata opinioni compiacenti o garbatamente avverse.
Difronte a siffatto spettacolo di 4 attempati signori che palesavano da una posizione, da un pulpito, intellettualmente schifati e sermonanti delle "derive della democrazia, ridotta a una finzione che nasconde lo strapotere di una ristretta élite".
Non ce l'ho fatta più e ho iniziato  a pensare che davanti a me avevo 4 bacchettoni benpensanti che in passato erano stati nominati a ricoprire un ruolo e che ora alla fine si trastullavano disdicendo e parlando male di quella classe dirigente, di quella classe politica che li aveva nominati o sorretti. Parlavano male dei lori padrini. La mia opinione personale è che davanti a me avevo lo specchio impietoso di un paese intellettualmente prostrato e ipocrita, mi sono sentito improvvisamente sollevato di non appartenere né moralmente, né eticamente a queste categorie di persone, così senza falsi moralismi.

Conclusione: Mi avvicino per curiosare chi ci fosse nel parterre, Gian Antonio Stella mi riconosce memore dei DEPORTATI mi chiede il libro, gli do una copia con email e numero di telefono. Nel libro c'è la dimostrazione dei guasti sin dalla nascita del sistema. E l'autore de "La casta", Gian Antonio Stella? Mai più visto o sentito. Avevo ed ho ragione. Benpensanti!!!

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