IANO PLANCO, SIENA E L'ANATOMIA CARTACEA 1°
Iano
Planco a Siena e “l'anatomia cartacea” 1
Approfondita
la grottesca vicenda dell'Anatomico Giovanni Bianchi negli anni
dell'insegnamento a Siena, viene spontaneo il “Veritas Filia
temporis” di Aulo Gellio.
Nel
1741 il medico riminese Giovanni Bianchi, laureato a Bologna, ricoprì
l'incarico di “Lettore” alla Notomia di Siena. La
prima riforma dello Studio senese nella prima metà del '700 vide
protagonista «Pompeo
Neri (1706
-’76), Lettore fiorentino, valoroso giurista, coprì con i Lorena
posti importanti
(Consigliere di Stato, Segretario della Reggenza Generale),
occupandosi specialmente del reparto istruzione e finanze».
(Prof.
Francesca Vannozzi, L’Anatomia
Senese storia di un percorso dal XIII secolo al 1950).
Da Pisa
il 20 Aprile 1741 Tommaso Perelli scriveva “L'amicizia
contratta fra noi quando in compagnia di Pier Antonio
Micheli fui vostro ospite costì in Rimini, e l'oppinione che
giustamente l'ho sempre avuta del vostro merito mi muovono a
scrivervi la presente coll'occasione che adesso intenderete”.
Anche Ludovico Antonio Muratori scriveva il 12.10.1741 all'Abate
Giuseppe Pecci che considerava il Bianchi “un
eccellente medico e filosofo”. Il
metodo sperimentale della “filosofia naturale” galileiana di
Malpighi, trovò ampio consenso nella cultura illuminata del tempo e
nel rinnovamento scientifico dell'ateneo bolognese. Ad inizio secolo
Valsalva e Beccari èrano luminarii dell'ateneo bolognese dove,
affermò Bianchi, fu allievo di Giovanni Battista Morgagni. Pervenute
le notizie da Siena, Muratori cambiò
opinione di Bianchi e pochi mesi dopo (06.06.1742) scriveva a Pecci
“Quel solo
c'hio non saprei approvare in lui, sarebbe s'egli troppo stimasse se
stesso e troppo poco gli altri; perchè avrebbe fallito un gran
punto”. Bianchi
non lesinò irriverenza ed eccesso “perciochè
niuno di questi giovani sanesi, benché molti d’essi la spacciano
da letterati, e dai maestri si vuole addestrare nella notomia per non
sporcarsi le mani, e quello che è peggio molti d’essi che anno da
essere medici invece di venire alla notomia pratica, e attiva che si
fa sui corpi umani amano meglio d’andare a udire una seccaggine
privata, e puramente cartacea piena d’errori, e mancante di tutte
le più recenti scoperte, che loro spiega un certo dottor Pagliai,
che per soprannome chiamano dottor correggia, perciocché in una
solenne Accademia dé Fisiocritici che fecero per onorare certi
signori forestieri e per far vedere il bel talento dé filosofi
sanesi, e accioche gustassero del loro profondo sapere, egli fece un
lungo discorso sopra le corregge e così nella medesima accademia
quel pazzo di Valentini trattò dé sogni per cui venne a parlar
molto delle polluzioni… ora dappoi che io sono venuto (a Siena)
questa famosa Accademia de Fisiocritici dove si facevano così belli,
e così propri discorsi, e dove si mostravano budelle di gallina per
arteria e per vene del corpo comanco in una d’esse si discorreva
come fossero veramente tali”.
Bianchi da due notizie importanti, la prima è che nell’Università
di Siena
“quel pazzo di Valentini” si interessava alle attività
fisiologiche e oniriche, le “polluzioni”. Domenico Valentini,
professore di teologia e poi di Storia ecclesiastica nell'università
di Siena oggi è ricordato e riconosciuto, oltre Oceano, come autore
della prima traduzione completa in italiano [seconda in Europa] del
Julius Caesar di Shakespear. Pochi
anni dopo l’abate Lazzaro
Spallanzani (1729-1799),
tra i più grandi scienziati dell'epoca, seguitando nelle medesime
osservazioni “de
Fisiocritici”
dimostrò la presenza dei capillari nel pollo chiudendo il cerchio
del circolo sanguigno anche negli animali a sangue caldo.
A Siena queste osservazioni
furono preludio, nella seconda metà del Settecento, agli studi sulla
circolazione periferica umana di Paolo Mascagni, vanto della medicina
italiana, tra gli scienziati in medicina più famoso al mondo. Per la
Reggenza, l'Università e la cittadinanza di Siena, Bianchi, superò
il limite nel pubblicare “Ioannes
Blanco seu Ianus Plancus”.
A Siena la scienza medica non era così indietro aveva tradizione
antica e seguiva i dettami sperimentali, dopo il 1730 lo Studio
attese un rilancio. Nella seconda riforma Lorenese (1760 c.a) fu
acquisito un raro prototipo della macchina del vuoto di Boyle, si
sperimentò gli effetti sugli animali.
"L'anatomia cartacea" è un errore colossale.
Dalla
“seccaggine
privata, e puramente cartacea” di
Planco deriva
l'equivoco della "anatomia
cartacea",
a Siena per regio decreto dal 1706 il Lettore di Anatomia teneva
lezioni e dimostrazioni anatomiche pubbliche e private. Una
Enciclopedia Biografica degli Italiani, alla voce Bianchi Giovanni
riporta. “accettò
nel 1741 la cattedra di anatomia umana all'università di Siena.
Nell'autunno dell'anno stesso vi iniziò l'insegnamento,
fondandolo soprattutto sulla pratica delle dissezioni sul cadavere
[Lettore e
Tagliatore erano due figure separate].
Ma non tardò ad inimicarsi molti dei colleghi di facoltà,
dei quali criticava i metodi d'insegnamento e di cura; bersaglio
particolare dei suoi strali era il dott. Leone Pagliai,
che egli,
adattando un'espressione galileiana,
soleva definire insegnante di "anatomia cartacea".
"L'anatomia
cartacea" estrapolata per analogia dalla
“astronomia cartacea”
di Galileo,
non ha alcun nesso con la “seccaggine
privata, e puramente cartacea”
scritta da Bianchi a Perelli. Del resto la
tradizione anatomica dell'Università di Siena risale dal secolo XIV.
Il Prof. Pagliai con regio decreto e dispensa speciale leggeva la
Notomia in casa privata oltre che all'Università.
Dettava agli allievi un trattato di Notomia del suo maestro Flaminio
Pinelli.
Bianchi dettava agli allievi “Tabulae
Anatomicae”
di Adam Khulm. Indisponente e dispotico, per sua stessa ammissione in
Ioannes
Blanco seu Ianus Plancus, Auctore Anonjmo
scrisse dei contrasti con gli studenti per la dettatura “Ma
nel corso dei professori anatomisti di Siena, Planco praticò
esercizi in modo che tutti i cospiratori contrari e le loro
manifestazioni furono molto rare, o mai frequentarono le sue lezioni,
gli adolescenti malvagi interessati a sentire lezioni da Planco,
udite le dissuasive minacce, si volgevano a guarire, eppure alcuni di
loro hanno osato apertamente offendere Planco. Ma Planco, sprezzante
per i giovani dal cattivo comportamento e l'arroganza, seguitò la
sua funzione per un periodo di sei o sette mesi assistendo al
sezionamento di più di duecento cadaveri, sia lui e poi i suoi
assistenti tagliavano in ospedale [...]
le discussioni pubbliche, in istituto, di questioni anatomiche con
dissertazione letta ai suoi ascoltatori, partecipe al dibattito,
Francesco Pasinus un patrizio di Rimini. Pagliaius [Pagliai]
un
professore di filosofia […]
che veramente costa due oboli”.
Allude alla differenza dei due oboli con i 300 scudi a lui assegnati.
Impropria e di scarsa accortezza intellettuale l'attribuzione della
anatomia
cartacea.
A Bologna la lettura a casa era praticata anche nel secolo successivo
«La
maggior parte dei professori usava di dar lezione nelle proprie
abitazioni, e si portavano al pubblico Archiginnasio soltanto per
unirsi colla scolaresca e condursela con loro».
(Memorie
storiche sopra l'Università e l'Istituto delle Scienze di Bologna,
Serafino Mazzetti. Bologna 1840, Tipi di s. Tommaso d'Aquino). Alla
fine del Seicento la scuola Anatomica Toscana era una realtà
concreta, nel discorso 'undecimo'
tenuto
da Bellini nell'Accademia della Crusca nel 1696, vi è la
confutazione della anatomia
cartacea. «Il
taglio
[Anatomico] è
pertanto il tagliar perfettamente uno staccar di sieme col taglio
tutte le cose che si trovano insiememente attaccate alle materie
tagliabili [...]
si
chiamano parti componenti di esse materie, ed esse materie si
chiamano con l'assoluto nome di composti […]
verrà
ad essere l'Anatomia un talmente staccare di sieme con istrumenti da
taglio»
(Discorsi
di Anatomia di Lorenzo Bellini
Firenze, Francesco Mücke, 1744). Alla fine del Seicento in Toscana
era nota la distinzione degli organi interni in materie e composti,
note le tecniche. Con la seccaggine
privata, e puramente cartacea senese,
Planco intese la stizza e il disprezzo per i colleghi ma non fece
confusione con
l'astronomia
cartacea
di Galileo. (continua)
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