ZIO E NIPOTE SENZA ONESTÀ I guasti, morali, intellettuali, civili prodotti dal deportatore Silvio Spaventa Suo fratello Beltrando e loro nipote Benedetto Croce (vissuto per alcuni anni in casa di zio Silvio dopo il terremoto di Casamicciola in cui perirono entrambi i genitori) sono incommensurabili per la civiltà di un paese che si rispetti. Croce nel suo scritto "Un paradiso abitato da diavoli" (Adelfi, curato da Giuseppe Galasso), come alcuni secoli precedenti sosteneva il Piovano Arlotto, vede Napoli abitata da uomini «di poco ingegno, maligni, cattivi e pieni di tradimento» cammina su un bordo del verosimile, del men vero e del biasimo, Croce si nasconde con il «verissimo per far che sia sempre men vero» coltiva l'illusione di non cadere nel baratro oscuro in cui, forse, era già caduto da giovane, venendo a conoscenza dello zio deportatore e caronte di civili meridionali in luoghi di relegazione. L'abominio della tirannide sui simili e soprattutto merid...