Stato della Chiesa alla metà del 1700

Lotte interne alle gerarchie della Chiesa
Nel Pontificato di Clemente XIII che iniziò il 5 luglio 1758 e durò fino al 2 febbraio 1769, si verificarono vicende controverse intorno alla questione della soppressione dell’Ordine dei Gesuiti che evidenziarono il conflitto ideologico interno che tanto condizionò la politica dello Stato della Chiesa. Uno scontro interno nelle gerarchie del Clero con il tentativo di ingerenza nelle scelte politiche, economiche e culturali degli affari interni dello Stato. Le trame ordite dal Cardinale Gian Vincenzo Antonio Ganganelli, capofila della corrente conservatrice avversa a Papa Rezzonico (Clemente XIII), che aspirava alla carica massima dello Stato della Chiesa. Con Carlo Rezzonico alla reggenza Pontificia, sul piano interno fu praticata una politica di cambiamento soprattutto di riforma delle finanze. Il bilancio delle finanze dello Stato della Chiesa fu oggetto della riforma tributaria di due pontefici, iniziata con Benedetto XIV e proseguita con Clemente XIII. Già in passato Clemente XIII, con l'allora tesoriere Giovanni Antonio Braschi, approntava il progetto di riforma dell'erario, resa effettiva dal successivo pontefice Benedetto XIV. «Ma l'accurato e organico lavoro del futuro Pio VI [Braschi] sarebbe stato impossibile senza la riforma della computisteria operata da Benedetto XIV. Difatti, in dettagliati calcoli allegati al “progetto” si faceva il conto delle spese statali, ponendo a raffronto la media del triennio 1744 - 46 (dopo la riforma della Computisteria) con quella del triennio 1764 - 66. In particolare, il bilancio del 1766 della Camera Apostolica era il seguente:
Uscita 2.193.242.6.6
Entrata 2.121.499.0.0
Differenza tra le uscite e le entrate – 71.744.57».
(Marco Corcione, Teoria e prassi del costituzionalismo settecentesco. Istituto di Studi Atellani, Napoli 2000).
Durante il pontificato Rezzonico fu ampiamente tollerata la visione progressista delle idee illuministe che venivano da tempo diffuse nelle università e nelle scuole dei Gesuiti, sin dal seicento. Non fu apertamente ostacolata l’apertura alle idee della scienza e il dibattito che si sviluppò con il progredire delle conoscenze. Nei Collegi dei Gesuiti da tempo si praticava anche l’insegnamento della matematica, della geometria, dell’astronomia, dell’ottica e di tutte le discipline a carattere scientifico. Si ricorreva alla pratica scientifica per la soluzione di problemi di idraulica, le idee erano pervase della nuova filosofia della scienza. Nei dieci anni di pontificato Rezzonico lo Stato fu amministrato con discernimento tra questioni teologiche e questioni legate al progresso scientifico, che come noto è strettamente connesso con l’evoluzione delle idee. Un governo moderato strettamente ancorato alle idee teologiche e attento ai rapporti delle gerarchie ecclesiastiche della Chiesa ma con l’apertura alla pratica scientifica in senso pratico. Un senso alto della moralità del Card. Rezzonico dal Dizionario Biografico degli Italiani Treccani «Della sua attività pastorale resta una significativa testimonianza di Benedetto XIV, risalente al 1746: "il card. Rezzonico, vescovo di Padova, è assolutamente il prelato più degno che abbiamo in Italia. Vive con i suoi beni patrimoniali; le rendite ecclesiastiche unicamente si spendono in beneficio de' poveri e della Chiesa. Nonostante la gracile complessione, è indefesso alle visite ed a tutte le altre funzioni episcopali; nel suo palazzo si vive come in un chiostro, in tal maniera che la sua elezione, che non fu nel principio applaudita dai veneziani per essere esso di famiglia novamente aggregata alla loro nobiltà, oggi a coro pieno viene benedetta dalla Repubblica" (Le lettere..., I, p. 355)». Ruggero Giuseppe Boscovich, Jaquier Francesco, Laseur Tommaso furono gli scienziati preferiti a Corte nella pratica applicazione della scienza. Ad attendere i problemi di idraulica c’era la pratica costante dei matematici, i lavori venivano eseguiti solo dopo la consultazione di eminenti matematici e idrostatici. Eminenti studiosi tenuti in altissima considerazione, anche se astuti e diplomatici, consulenti per tutte le questioni tecniche che riguardavano lo Stato, una apertura alla nuova cultura scientifica. Un clima conservatore e oscuro nelle questioni della politica interna stava per arrivare con il nuovo Pontificato.
Il Pontefice e il Cardinale (a Roma), lo scontro sul porto riminese
Le vicende storicamente note dei due pontificati furono a dir poco burrascose, le ostilità interne superarono ogni diplomazia e in alcuni episodi degenerò in una vera e propria guerra “intestina”. Sul fronte delle relazioni esterne, le politiche con gli stati esteri strettamente orientate a conservare il primato della Chiesa con una azione delle diplomazie nei confronti degli stati europei, non venne meno anche se non sempre fu vincente nelle potenti corti europee. Sul fronte interno si verificarono lotte senza esclusione di colpi. Carlo Rezzonico Proveniente da una famiglia di commercianti amministrò il suo pontificato con discernimento, ponendo su piani differenti la politica interna e la politica estera. La rincorsa al soglio Pontificio di Gian Vincenzo Antonio Ganganelli fu lunga, e costellata di difficoltà. Per una serie di coincidenze per niente affatto fortuite che culminarono con l’avvelenamento. Il conclave del 1769 che seguì alla morte di Clemente XIII, iniziato il 15 febbraio, fu il più contrastato in due secoli di storia. La questione di fondo era l’Ordine dei Gesuiti, il cui destino sembrava in bilico. Le potenze cattoliche erano concordi nell’esigere che non venisse eletto un amico della Compagnia di Gesù. La storia personale del Cardinale Ganganelli si incrociò con la vicenda provinciale del complotto riminese al porto. Il Card. Ganganelli, appartenente all'Ordine dei Frati Minori di S. Francesco mostrò le sue ambizioni con l’aperto contrasto alla conduzione Pontificia di Papa Clemente XIII.
Con la promulgazione della bolla Apostolicum pascendi, Roma, 7/Gennaio/1765 che suscita molta impressione in tutta Europa, [giudicata universalmente inopportuna; estorta più che richiesta, secondo il suo successore Clemente XIV] Clemente XIII ribadì il suo appoggio ai gesuiti. (http://www.viandante.it/sito24/work/XVIII%20secolo/1765.php)

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